La donna negli scritti cateriniani: dagli stereotipi del tempo all’infaticabile cura della vita

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La donna negli scritti cateriniani: dagli stereotipi del tempo all’infaticabile cura della vita

SOMMARIO

Diega Giunta
Presentazione

Francesco Sisinni
La donna nella società del Trecento      

Adriana Valerio
II ruolo pubblico delle mistiche italiane fino al concilio di Trento   

Alessandra Bartolomei Romagnoli
La maternità come gestazione in S. Caterina da Siena          

Maria Grazia Bianco
Due donne cateriniane del nostro tempo: Luigia Tincani e Adriana Oddasso         

 
Sofia Boesch Gajano
Giuliana Cavallini e gli studi
cateriniani: il senso di una svolta  

Rita Fresu
La rappresentazione della donna attraverso la lingua degli scritti di S. Caterina da Siena e il problema del gender nei testi antichi     

Laura Provera
Caterina e la difesa della vita in una società violenta        
 
Antonio Volpato
S. Caterina da Siena, il 'passaggio' in Terrasanta, le donne
ricorrenze

† Vincenzo Pelvi
II sacerdozio ministeriale negli scritti di S. Caterina da Siena

Diega Giunta
I ministri del sangue dell'umile e immacolato Agnello        

Presentazione
Caterina, eccezionale esponente di un modello di scrittura e di teologia al femminile, oggi talora interpretato secondo categorie estranee al suo vissuto e alle sue parole, è anzitutto una donna del suo tempo, che in forza di un’intensa esperienza della Grazia ha potuto superare i condizionamenti della società trecentesca in un’attiva partecipazione alle vicende della sua città e del mondo, di cui si sentiva corresponsabile in quanto membro della Chiesa di Cristo.
Lo spessore della sua vita spirituale le fece superare - più che contestare - le limitazioni cui la condizione femminile del suo tempo era soggetta (cf. Raimondo da Capua, Vita, §§ 8, 39, 121, 297, 359, 365), sì che gli stessi stereotipi linguistici sono da lei assunti, ma riferiti indifferentemente a uomini e donne: così, ad esempio, l’aggettivo «femminile» usato come contrario di «forte» (Lettera 129) caratterizza in Caterina quella ‘tenerezza’ e autocompassione (Lettere 39, 205, 354) con cui ci si ripiega su se stessi e sui propri sentimenti invece di aprirsi a Dio e agli altri.
Una testimonianza di quanto sia attuale e percorribile la strada aperta da Caterina ci è offerta - in occasione del 70° an­niversario di fondazione dell’allora Centro Nazionale di Studi Cateriniani ad opera di Mario Felice Bianchi - da tre donne: Luigia Tincani, Giuliana Cavallini e Adriana Cartotti Oddasso, che, diversamente legate al nostro Centro, hanno rivissuto nel Novecento la spiritualità e l’azione apostolica di Caterina.
L’apertura dei «Mercoledì Cateriniani 2010» è stata dedica­ta al tema del sacerdozio ministeriale, proposto, per quest’anno, da Benedetto XVI alla riflessione di tutta la Chiesa.
Vitalmente partecipe delle sue vicende e della sua missione, Caterina ci offre un insegnamento vivo e sostanzioso su quello che lei chiamava «il mistero del Sole» eucaristico, luce e nutri­mento che dal centro della Chiesa, ad opera dei ministri di Cristo, irradia l'efficacia della Redenzione su tutta l'umanità, chiamata ad essere «corpo universale» di Cristo.
Nella sezione «Ricorrenze» di questi Atti pubblichiamo, quindi, la relazione tenuta da Mons. Vincenzo Pelvi, Ordinario Militare per l’Italia, la cui sede a Roma è presso la chiesa di S. Caterina da Siena a Magnanapoli: il pensiero di Caterina sul sacerdozio ministeriale è illustrato così alla luce della personale esperienza di un Pastore impegnato in una missione ecclesiale del nostro tempo. Segue una riflessione di Diega Giunta sui ministri del sangue, il tesoro della Chiesa: «El tesoro della Chiesa è el sangue di Cristo, dato in prezzo per l'anima» (Lettera 209).
Un sentito e vivo ringraziamento alla dott. Cristina Cartotti e al dott. Ludovico Cartotti Oddasso, membro del Consiglio Direttivo del CISC, che in memoria della loro Mamma, Adriana Oddasso, da sempre sostenitrice del Centro Studi Cateriniani, hanno contribuito alle spese di stampa del volume.

Diega Giunta